Michele Mari

Che meraviglia, gente! Con Roderick Duddle Michele Mari ci fa tornare tutti ragazzi, pronti all'avventura e a salpare per i Sette Mari senza por tempo in mezzo.

Con un sapiente mix di romanzi d'avventura (si assaporano Stevenson, Melville, Dickens, London... e chissà quanti altri che non sono stata in grado di cogliere!), l'autore ci riporta in un mondo che si pensava ormai perduto, ma che ci faceva assai sognare da giovani, con assassini spietati, suore tutt'altro che pure e caste, scambi di persona e locande malfamate.

L'impressione che si ricava da questa lettura, condita anche con un tocco di metaletteratura, è di svago, di avventura, di un vero e proprio gioco di stile che probabilmente ha divertito più lo scrittore del lettore. Non è difficile immaginare Michele Mari che, invece di giocare con bambole e robot, se ne sta lì a costruire la sua storia.

Roderick Duddle è un romanzo per gli orfani del romanzo d'avventura che vogliono tornare a immergersi in quelle atmosfere con una storia nuova, ma piena di gustosi riferimenti alle opere che si sono tanto amate.… (mais)

Un monologo debordante che ossequia Celine, un'ossessione carnale che diventa immediatamente patologica, un alto-basso linguistico in cui perdersi. Mi sto convincendo che forse sarebbe meglio non leggere due libri di fila di uno stesso autore sull'onda di un primo confronto affascinante, ma tant'è, così son fatte le infatuazioni. Il tour de force è pregevole, ma il libro si incaglia nella sua ripetitività e lunghezza (magari, fosse stato un po' più breve...), dunque l'esercizio di stile suona un po' fine a se stesso. Ma tornerò a Mari, a tempo debito.… (mais)