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Resenhas

Exibindo 10 de 10
Is the universe digital or analogue? Where does information stack up along side time and energy as a constituent of the universe? There are some great questions to ask about the nature of information and Floridi tries his best to give some academic rigor to the subject. I tried hard, really I did. But I barely understood this book. Information is more than data with meaning. A lot more. And information is more than something that flows through a computer. For example, how does DNS replicate if not with information guiding its actions. While humans make great use information, we are clearly not the only manufacturers of information. Honey bees, for example, communicate and trade information. So clearly, information is bigger than just us and our smartphones.
 
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MylesKesten | Jan 23, 2024 |
 
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lschiff | 1 outra resenha | Sep 24, 2023 |
Come sapete, Luciano Floridi ormai scrive direttamente in inglese, tradotto da Massimo Durante che ormai lo conosce abbastanza bene da riuscire a orizzontarsi tra secche e rapide della filosofia contemporanea. Questo libro è in realtà solo la metà del volume inglese corrispondente, "The Logic of Information"; manca la parte in cui la metateoria della filosofia dell'informazione viene applicata. Devo dire che introduzione e primo capitolo, in cui Floridi spiega cosa fa la filosofia, scorrono bene. Per i curiosi, la filosofia si pone "domande aperte", quelle cioè alle quali due persone colte e intelligenti possono dare risposte differenti (sì, mi pare un modo molto furbo di eludere il problema). E naturalmente le domande aperte di questo inizio del terzo millennio non sono più quelle di una volta, e quindi bisogna "riavviare" la filosofia: secondo Floridi è la teoria dell'informazione la base da cui partire. Sono anche arrivato a comprendere la necessità di stabilire il libello di astrazione (LdA) per dare le risposte più adatte a una domanda. Ma dopo di quello mi sono perso del tutto: per esempio la differenza tra la filosofia costruzionista propugnata da Floridi e il costruttivismo mi resta ignota. L'ultimo capitolo è dedicato a incensare Alan Turing come capostipite della "quarta rivoluzione" (dopo Copernico, Darwin e Freud); non che Turing abbia fatto filosofia, ma del resto Floridi non apprezza Freud se non come archetipo per la terza rivoluzione; almeno con Turing c'è un apprezzamento di base. In definitiva resta il mio solito problema dell'incapacità di comprendere la filosofia...
 
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.mau. | Dec 10, 2020 |
Questo libro tocca tutti i tag che gli ho assegnato. Ogni tag potrebbe essere sviluppato con opportune argomentazioni. Io sono soltanto un semplice lettore bibliomane affascinato dalla Infosfera.

Dagli anni '50 del ventesimo secolo lo scienziato Alan Turing dà il via a quella che Floridi definisce la “Quarta Rivoluzione”. L'impatto sulla nostra vita di informatica e tecnologia cresce esponenzialmente fino a renderci Inforg (organismi informazionali interconnessi). Viviamo in un presente di eterna connessione: la nostra è un’esperienza onlife, non abbandoniamo mai l’infosfera («lo spazio semantico costituito dalla totalità dei documenti, degli agenti e delle loro operazioni», Floridi). La filosofia è un'impresa costruttiva in cui l'analisi delle domande aperte è il terreno preparatorio per il design di risposte soddisfacenti. Oggi l'indagine filosofica non può prescindere dalle tecnologie digitali che influenzano e formattano la nostra comprensione del mondo e la nostra relazione con esso. Secondo Floridi è in corso una rivoluzione, ma il discorso filosofico potrebbe non prendervi parte a meno di riavviare il sistema, proprio come si fa con un computer. Nell’era onlife la filosofia è necessaria e fondamentale per dare senso ai cambiamenti radicali prodotti dalla rivoluzione dell’infosfera, ma occorre che sia davvero buona, per affrontare le grandi difficoltà che abbiamo davanti.
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AntonioGallo | Sep 24, 2020 |
Presents the connections between information theory and entropy/thermodynamics in unclear way. I learned a lot but I still don't understand information in its most fundamental essence, that of physics and mathematics. Easily 4 stars if only that one thing was clarified.
 
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AlienIndie | May 20, 2016 |
A necessidade de considerar uma ética para a informação e, em especial, a informação digital, motiva este livro que desenvolve o tema de forma aprofundada e bem estruturada.

Eis um título que vale a pena ler, sobre o tema da ética da informação e das questões morais, ainda mais que num tempo de grandes desafios para a privacidade e para o uso de informação em contexto inovadores.

Adicionalmente, o livro possui uma referência a um artigo meu sobre o conceito de presença, publicado numa conferência internacional, em 2003.
Giro, :-)
 
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lbgouveia | May 17, 2016 |
A philosopher's informal but radical analysis of information technology, where time is "hyperhistory", space is the infosphere, personal identity is one's "onlife" as an "inforg", and so forth. My interest and comprehension flagged in some places, such as the political-science chapter, but the privacy chapter hits the nail on the head: Privacy violations should be treated as acts of aggression, analogous not to trespassing but to *kidnapping*, and much personal-info trafficking should be as criminal as human-organ trafficking. Lawmakers, get off your backsides and make these needed changes!
 
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fpagan | 1 outra resenha | Feb 12, 2015 |
^ B. Jack Copeland, Computation in Luciano Floridi (ed.), The Blackwell guide to the philosophy of computing and information, Wiley-Blackwell, 2004, ISBN 0-631-22919-1, p. 15
 
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geese1825 | Jan 24, 2012 |
Come il buongiorno si vede dal mattino, così dalla Introduzione si vede il ... buon libro ...

"Istruzione, affari e industria, viaggi e logistica, banche, vendita al dettaglio e shopping, intrattenimento, welfare e sanità, politica e relazioni sociali, in breve la vita stessa per come la conosciamo oggi è diventata inconcepibile senza la presenza di pratiche, prodotti, servizi e tecnologie digitali. Chiunque non sia stupito di fronte a una tale rivoluzione digitale non ne ha afferrato la portata. Stiamo parlando di un nuovo capitolo della storia umana. Naturalmente, molti altri capitoli l'hanno preceduto. Erano tutti ugualmente significativi. L'umanità ha sperimentato un mondo prima e dopo la ruota, la lavorazione del ferro, l'alfabeto, la stampa, il motore, l'elettricità, la televisione o il telefono. Ogni trasformazione è unica. Alcune di queste hanno cambiato in maniera irreversibile il modo in cui comprendiamo noi stessi, la nostra realtà e l'esperienza che ne facciamo, con implicazioni complesse e di lungo periodo. Stiamo ancora scoprendo nuovi modi per sfruttare la ruota, basti pensare alla ghiera cliccabile dell'iPod. Al contempo, è inimmaginabile ciò che l'umanità potrà ottenere grazie alle tecnologie digitali. Nessuno nel 1964 (vedi capitolo 1) avrebbe potuto immaginare come sarebbe stato il mondo solo cinquant'anni dopo. I futurologi sono i nuovi astrologi. Eppure, è anche vero che la rivoluzione digitale accade una volta sola, e cioè adesso. Questa particolare pagina della storia umana è stata voltata ed è iniziato un nuovo capitolo. Le generazioni future non sapranno mai com'era una realtà esclusivamente analogica, offline, predigitale. Siamo l'ultima generazione che l'avrà vissuta.
Il prezzo di un posto così speciale nella storia lo si paga con incertezze che destano preoccupazioni. Le trasformazioni indotte dalle tecnologie digitali sono sorprendenti. Giustificano un po' di confusione e di apprensione. Basta guardare i titoli dei giornali. Tuttavia, il nostro posto speciale in questo spartiacque storico, tra una realtà completamente analogica e una sempre più digitale, porta con sé anche straordinarie opportunità. Proprio perché la rivoluzione digitale è appena iniziata, abbiamo la possibilità di plasmarla in modi positivi che possono fare progredire sia l'umanità sia il nostro pianeta. Come disse una volta Winston Churchill, "prima siamo noi a dare forma agli edifici; poi sono questi a dare forma a noi". Siamo nella primissima fase di costruzione delle nostre realtà digitali. Possiamo costruirle bene, prima che inizino a influenzare e modellare noi e le generazioni future nel modo sbagliato. La discussione sul bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno è inutile perché la questione davvero interessante è come possiamo riempirlo.

Per individuare la strada migliore da percorrere nello sviluppo delle nostre tecnologie digitali, il primo, fondamentale passo è cercare di averne una maggiore e migliore comprensione. Non dovremmo sonnecchiare nella creazione di un mondo sempre più digitale. L'insonnia della ragione è vitale, perché il suo sonno genera errori mostruosi. Comprendere le trasformazioni tecnologiche in atto sotto i nostri occhi è cruciale, se vogliamo guidare la rivoluzione digitale in una direzione che sia preferibile (equa) dal punto di vista sociale e sostenibile da quello ambientale. Ciò può tradursi solo in uno sforzo collaborativo. Pertanto, in questo libro, offro il mio contributo condividendo alcune idee su un particolare tipo di tecnologia digitale, l'intelligenza artificiale (IA), e un problema specifico, la sua etica."
 
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AntonioGallo | Jul 11, 2022 |
 
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gmicksmith | Jul 30, 2014 |
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