Protagonista Capitano Sesto: un uomo che attende di aprirsi, di conoscersi, di ritrovarsi sull’altra riva di un paese, l’Italia, sofferto e sofferente. Complice la metafora del “piccolo naviglio”, Tabucchi immagina una rotta difficile da mantenere, una rotta implicita nella carta del romanzo che scrive, piccolo naviglio per eccellenza. Diceva il risvolto dell’edizione del 1978: “Sul suo scafo ci sono i grumi e le annotazioni del giornale di bordo delle generazioni che lo hanno preceduto e che egli tenta faticosamente di decifrare. Più decifrabile, il suo stesso giornale di bordo, l’Italia del dopoguerra vista con gli occhi attoniti e innocentemente dissacratori di un bambino e di un adolescente: le elezioni del Quarantotto, le madonne in lacrime, il perbenismo e l’ipocrisia, i primi saccheggi edilizi, l’autoritarismo, la repressione, gli entusiasmi per una Cuba remota e illusoria, l’angoscia e la solitudine. Insomma il bagaglio di una generazione nevrotica e orfana, la sua inquieta e talvolta dolorosa ricerca di una convinzione, di una ragione, di un padre putativo”.

Discreto romanzo di Tabucchi, che si snoda attraverso 3-4 generazioni e racconta la storia di Sesto, personaggio mezzo pazzo ma che comunque alla fine "scrive il libro". Forse un po' troppo accelerato in alcuni punti, come se fosse "tirato via", ma ben leggibile e con un buon colpo di scena finale. ( )

Arran de la mort recent de l'escriptor vaig comprar aquest llibre fa uns dies a Civitavechia Itàlia i en una setmana l`he llegit de cap a cap.
No es tracta pas d'un llibre fàcil. La història que tan magistralment descriu està plena de reflexions sobre els fets socials de l'Itàlia del segle XX. El llenguatge, tot i que per raons obvies jo no el puc entendre al cent per cent, és bell, ric d'expressions pròpies,mesurat i alhora contundent.
Pas a pas la novel·la t'endinsa en aquestes contradiccions socials dels nostres entorns geogràfics Itàlia-Espanya i trasllueix unes vivències que podrien també ser comunes a casa nostra si posem de costat els dos règims polítics que ambdós països van suportar (el nostre, malauradament, molt més llargament).
Tot i tractar-se d'una obra escrita per l'autor a finals dels anys 90 conserva tota la força i sentiment que ja tenia i posa una vegada més de manifest que la bona literatura no te data. ( )

Una raccolta di brevi storie struggenti in cui il denominatore comune è il nostro ieri, quello dell'autore e quello di ciascuno di noi perché ci si può trovare tra le pieghe di un passato tra nostalgie, sogni perduti, amori che somigliano ai nostri. La navicella che attraversa la Storia italiana e non, il naviglio di Tabucchi con questo libro ha compiuto l'ultima traversata. Tabucchi è andato via troppo presto. Un altro grande italiano che ha vissuto "in esilio", volutamente e senza che questa terra ingrata gli gridasse dietro per sollecitarne il ritorno. ( )