Joyce Carol Oates ha un modo di scrivere che torce le budella. Soprattutto se si è stati coinvolti in una relazione tossica e/o si è una donna. Di solito non viene associata all'horror come lo è uno Stephen King, ma secondo me i due autori sono per lo meno "cugini" da questo punto di vista.

Il titolo è ispirato al primo racconto, quasi una citazione a Rebecca, dove però la prima moglie è viva e vegeta e il marito è dichiaratamente un despota inquietante, più che "solo" un uomo in posizione di superiorità che "salva" la fanciulla giovane e inesperta (e non fosse stato per BytheBook non avrei notato che Rebecca sia a sua volta una citazione/rivisitazione di Jane Eyere, ma meno candido e ottimista).

Seguono la storia disturbante di un'adolescente con un corteggiatore troppo insistente, quella di un giovane narcisista e del suo rapporto tossico con i genitori, nei loro classici ruoli di padre-distante e madre-indulgente, e alla fine il "sogno bagnato" di ogni uomo che sogna di vendicare una donzella dai traumi del passato e aiutarla a "guarire" (sì, in quel senso) nel presente.

Si parla di abusi, di malattia mentale sottovalutata, ma soprattutto Shirley cerca di aprirci una finestra sul punto di vista delle "vittime", con le quali spesso fatichiamo a empatizzare: "Perché non è scappata? Perché non ha detto nulla a nessuno? Perché lo ha sposato sapendo com'era?" etc. etc. ( )

Hauntingly good. ( )

As the sub-title says, these are four novellas of love gone wrong. The first novella, “Evil Eye”, focuses on a nazar, which is a talisman used to ward off the evil eye. Mariana is a shy, timid young woman who is the newly wedded fourth wife of Austin Mohr. Austin is 25 years old than Mariana and his adoration of her seems to be wearing off and his impatience growing. He announces that his first wife, Ines, will be coming to visit. Austin and Ines have a terrible secret that Ines wishes to confide to Mariana. Can their marriage survive this revelation?

The second novella, “So Near Anytime Always”, involves another shy young woman, Lizbeth, this one a teenager who falls for a new young man in the area, Desmond. But Desmond has a dark side that Lizbeth isn’t at first aware of.

In “The Execution”, college student Bert Hansen has taken too many wrong turns during his life. He blames his father for never being supportive and now his mother also seems to have given up on him. Bert plots his evil revenge on both his hated father and his loving mother.

The last novella is “The Flatbed”. Cecilia has never been able to have a normal sexual relationship due to the abuse she sustained as a child. The new man in her life thinks revenge will give the help that Cecilia needs to overcome her issues.

Joyce Carol Oates has long been a favorite author of mine. She’s an expert at pulling her readers in right at the start of her stories and then gradually leading them up to the point where you start to realize that something is horribly wrong. She would have been such a wonderful writer for the old TV series, “The Twilight Zone”. I had chills through all four of these tales and highly recommend them. ( )

Quattro i racconti riuniti in questo volume e un unico filo conduttore in chiave neo gotica: lo sguardo malevolo, cattivo, insidioso declinato nella forme più disparate. C'è il malocchio della prima novella, un ciondolo tra l'amuleto e il trofeo esoterico attorno al quale si muovono i componenti di una strana famiglia con una prima moglie (che rievoca la Rebecca di Daphne Du Maurier) e una quarta. C'è l'ossessivo sguardo di uno giovane stalker e la memoria visiva di una vittima nei confronti del suo assassino. Anche il tema dell'amore è presente in tutti e quattro i lavori, amore eccessivo o malato.
La Oates trae spunti dalla famiglia americana non importa se di provincia o metropolitana, sono le aberrazioni della nostra epoca che portano alla follia, alla depravazione, alla violenza. Padri o figli malati, adolescenti violenti, donne condannate ad essere vittime ci parlano da un mondo che ha perduto del tutto la normalità in cui il male irrompe all'improvviso. ( )

I've never been a huge fan of short story anthologies, so I approached this work by one of my authors with some hesitation. Oates delivered in a big way. I wouldn't put "Evil Eye" in the same category as "Black Water" or even "Zombie," but this creepy collection of tales that chronicle twisted relationships kept my interest from start to finish. As always, Oates' narratives are riveting and dominated (pun intended) by memorable characters. ( )