Página inicialGruposDiscussãoMaisZeitgeist
Pesquise No Site
Este site usa cookies para fornecer nossos serviços, melhorar o desempenho, para análises e (se não estiver conectado) para publicidade. Ao usar o LibraryThing, você reconhece que leu e entendeu nossos Termos de Serviço e Política de Privacidade . Seu uso do site e dos serviços está sujeito a essas políticas e termos.

Resultados do Google Livros

Clique em uma foto para ir ao Google Livros

Carregando...

In alto a sinistra

de Erri De Luca

MembrosResenhasPopularidadeAvaliação médiaConversas
932290,431 (3.85)Nenhum(a)
Nenhum(a)
Carregando...

Registre-se no LibraryThing tpara descobrir se gostará deste livro.

Ainda não há conversas na Discussão sobre este livro.

Exibindo 2 de 2
Con De Luca provo sempre un po’ di disagio. Ci sono elementi della sua prosa che mi attraggono e nei quali riesco a identificarmi ed altri che mi irritano profondamente. Forse dovrei ragionare su cosa mi irrita ma in fondo, mi chiedo, è così importante?

1) “Gli piaceva insegnare: questo verbo per lui si realizzava nell’accendere nei ragazzi la voglia di conoscere che sta in ognuno di loro e che aspetta a volte solo un invito sapiente.” Il professor Corino era sicuramente piemontese e insegnava filosofia. L’episodio che De Luca racconta ha come protagonista Giovanni La Magna, un professore di greco di origini siciliane. Eppure la figura di questo protagonista ha fatto violentemente riaffiorare il ricordo del professor Corino. Non so se gli piacesse insegnare ma immagino che fosse consapevole di riuscire ad accendere in alcuni di noi quella voglia di conoscere che aspetta solo “un invito sapiente”. De Luca fa spiegare al suo personaggio la differenza tra omertà e solidarietà e gli fa esporre le proprie convinzioni su ciò che è morale e che, perché tale, va difeso. Per tutta la durata di questo episodio nel quale il professor La Magna spiega ai suoi allievi come discriminare il giusto dall’ingiusto il suo viso è stato per me quello di Corino, seduto alla cattedra in quarta C.

2) “Forse nella vita di ognuno capita un giorno in cui si è felici di odorare la merda.” Qualche settimana fa, in un colloquio di lavoro, tra quelle che considero le mie qualità ho inserito il non aver paura di “sporcarmi le mani con la merda”: non so se le persone che mi ascoltavano hanno capito; spesso mi sembra che lavorare con la merda sia considerato degradante; ma è davvero degradante scavare in profondità - rischiando anche di compromettere se stessi - per trovare l’origine dei problemi? per farne emergere l’origine profonda? A volte mi sembra che, pur di nascondere ciò che non si vuole o non si sa affrontare, si preferisca coprire i problemi scomodi con strati e strati di immacolata carta igienica pieni di progetti con i quali poi edificare edifici coerenti, puri, puliti, dimenticando che alla base i problemi rimangono lì, irrisolti.

3) “La vita dei vent’anni è piena di parassiti ansiosi di far nido in ogni rinuncia.” Mi domando se sia giusto vedere ogni scelta (le rinunce non sono delle scelte, in fondo?) come una ferita, una cicatrice, in cui si possano incistare i parassiti di quelle che, dopo anni, consideriamo sconfitte. Sono davvero quelle scelte che hanno partorito il marcio, o è l’urgenza di assolverci che ci fa riconsiderare il passato, che ci porta a trasferire le nostre “responsabiltà” su un “io” lontano?

4) “Quello che è accaduto prima di noi è altrettanto segreto.” Le profezie ci parlano sempre del futuro, ci svelano ciò che ancora non è stato. Dov’è quel mago capace, invece, di profetizzare il passato? Di rivelare i misteri di ciò che non potrà mai più essere detto?

5) “Volevo allora che i libri stessero al mondo come angeli custodi degli addii.” L’”allora” di questa frase lascia spazio a una distanza, a una differenza rispetto a un tempo “altro”. E l’imperfetto (è un caso questa coincidenza del tempo verbale?) ritorna più tardi in un’altra frase il cui oggetto sono di nuovo i libri: “Voleva bene ai libri.” Anche qui una distanza che induce a presumere che ciò che valeva un tempo non sia più così, sia mutato, rovesciato forse. E allora al libro non si vuole più bene? E allora il libro non è più un angelo? Forse è diventato un demone? Un diavolo custode? Un mostro che ci chiude nel suo labirinto, un mostro che non si può sconfiggere con gli strumenti di Teseo, ma con cui non possiamo far altro che convivere?
  claudio.marchisio | Jul 27, 2022 |
Strong poetic prose about love, death, and reading -- that is, Life. What does "in alto a sinistra" ("up and to the left") mean? It's where our eyes go when we turn the page of a book. But beware of bad poets who are "full of 'likes', dazzled by likenesses". ( )
  donato | Apr 29, 2011 |
Exibindo 2 de 2
sem resenhas | adicionar uma resenha
Você deve entrar para editar os dados de Conhecimento Comum.
Para mais ajuda veja a página de ajuda do Conhecimento Compartilhado.
Título canônico
Informação do Conhecimento Comum em Italiano. Edite para a localizar na sua língua.
Título original
Títulos alternativos
Data da publicação original
Pessoas/Personagens
Lugares importantes
Eventos importantes
Filmes relacionados
Epígrafe
Dedicatória
Primeiras palavras
Citações
Últimas palavras
Aviso de desambiguação
Editores da Publicação
Autores Resenhistas (normalmente na contracapa do livro)
Idioma original
CDD/MDS canônico
LCC Canônico

Referências a esta obra em recursos externos.

Wikipédia em inglês

Nenhum(a)

Não foram encontradas descrições de bibliotecas.

Descrição do livro
Resumo em haiku

Current Discussions

Nenhum(a)

Capas populares

Links rápidos

Avaliação

Média: (3.85)
0.5
1
1.5
2 1
2.5
3 1
3.5 1
4 8
4.5 1
5 1

É você?

Torne-se um autor do LibraryThing.

 

Sobre | Contato | LibraryThing.com | Privacidade/Termos | Ajuda/Perguntas Frequentes | Blog | Loja | APIs | TinyCat | Bibliotecas Históricas | Os primeiros revisores | Conhecimento Comum | 204,418,836 livros! | Barra superior: Sempre visível