Allegory of French history, which I don't know all that well, but interesting and entertaining anyway as to how little things change in human society. ( )

Davanti all'Affare Dreyfus, nel quale si accusava un innocente, non tutti rimasero a guardare ed è ormai proverbiale il J'Accuse...! che Émile Zola scagliò dalle pagine de L'Aurore contro coloro che misero in piedi l'intera vicenda. Non solo: l'indomani, sul medesimo giornale, comparve la Petizione degli intellettuali, firmata tra gli altri anche da Anatole France.

Lo scrittore, oltre a essere molto colpito dall'Affare (probabilmente obbligatorio nella France di fine XIX secolo), ne intuì la grande importanza, dato che finì per parlarne nell'ultimo volume della tetralogia Storia contemporanea e ne L'isola dei pinguini, satira sfacciata della società occidentale e del suo tetro futuro.

Così sfacciata che fece incazzare di brutto la Chiesa cattolica, che in effetti nel romanzo non fa una gran bella figura (come è successo nella storia, comunque, France non si inventa nulla). Ovviamente per punirlo per la sua satira irriguardosa e per la sua irreligiosità blasfema, nel 1920 la Chiesa pensò bene di mettere all'Indice tutte le sue opere.

Chissà come si sarebbero sfregati le mani nel sapere che nel 2016 Anatole France avrebbe continuato a essere bellamente ignorato e dimenticato, nonostante il valore letterario delle sue opere, il suo essere uno dei grandi del Novecento (uno che ispirò Proust, ragazz*), l'aver vinto il Nobel per la letteratura nel 1921 e aver avuto dei funerali di Stato grandiosi (avete presenti quelle cose in grande stile tipiche dei francesi? Ecco).

Mi rendo conto di non aver detto sostanzialmente nulla di questo romanzo: leggete L'isola dei pinguini e lasciatevi dire tutto da France. Lasciate che la sua satira vi diverta, vi faccia riflettere e vi intristisca, oggi come allora: France è uno dei grandi, uno degli autori sempre attuali. ( )

I like Anatole France; I think his gentle satire and immense learning are a wonderful vehicle for his pleasing prose. But sooner or later I suppose it is inevitable that even in a well-loved author, one will find a book that doesn’t measure up. Sadly—since I was eagerly anticipating this famous work—this was it. The tale is simple: nearsighted monk baptizes the penguins and God, after a curious theological debate, decides to turn the penguins into humans. The rest of the book follows the rise and fall of this “human” civilization and thus gives France the chance to skewer the "high points" of Western civilization. From time to time, flashes of brilliance. Far more often, just disappointing. Tedious even. The successful moments, the perfect set pieces, are simply too infrequent. Not recommended…but don’t let that keep you from France. You just need to choose something else. ( )

En esta parodia de la historia de la civilización, Anatole France escogió como protagonista a un animal gracioso y endomingado que recuerda a la caricatura de los burgueses de finales del XIX y principios del XX: los pingüinos. La isla de los pingüinos arranca con un episodio hilarante: el bautizo por error, a cargo de san Maël, de los pingüinos del ártico. A partir de ahí, Anatole France describe en fomra novelada los rasgos más notables de la historia de la humanidad, mezclando el amor y la guerra, el poder absoluto y la revolución, la religión y la especulación financiera, incluso insinuando la guerra nuclear y denunciando los rasgos más característicos del actual proceso de globalización, que a lo que se ve, no son nada nuevos.

A history book about a fictional place. The country in question has a really funny origin and sarcasm and social commentary are what this book is all about.
It starts off in an almost biblical kind of style and progresses quickly through the ages. The later times are longer and more detailed, clearly being a satirical version of real events. Not being a big history fan i know i missed a lot of the jokes but it doesn't matter much.
Even someone like me can still enjoy it from its comedic and social satire angle regardless of my ignorance of french history.
This is just a really good book with a lot of separate little stories in it. I prefer the early parts a bit more than the modern times but it improves again towards the end and is quite good overall. ( )