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Rossella Romano

Autor(a) de Il segno dei ribelli

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Obras de Rossella Romano

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Conhecimento Comum

Data de nascimento
1971
Sexo
female
Nacionalidade
Italia
País (para mapa)
Italia
Local de nascimento
Prato, Italia

Membros

Resenhas

la visita di Beate Klarsfeld, presidente onoraria Associazione Memoriale Sardo della Shoah, a Cagliari il 4-5 febbraio 2014 in un servizio andato in onda il 5 febbraio 2014 sul tg regionale della Rai.
 
Marcado
MemorialeSardoShoah | Sep 13, 2021 |
Sebbene l’unico suo romanzo che abbia per ora letto, ‘Immateria’, non mi sia affatto dispiaciuto, Rossella Romano risulta più efficace sulla breve distanza. Lo testimonia questo racconto di ambientazione natalizia, in cui un alieno si ‘incarna’ (ahem…) in un giovane uomo destinato a morte certa per verificare se l’umanità può essere salvata. Nel conclusivo rapporto di fronte ai suoi (ex) simili, la sua eloquenza appassionata finirà per trasformarlo in una sorta di Kirk davanti ai Metron (o, se si preferisce, di Dottor Who con gli Shakri), ma ciò che più colpisce nella narrazione sta altrove: grazie al poco sfruttato tema dell’extraterrestre avanzato che si abbassa a sperimentare la condizione umana, l’autrice utilizza la leva della fantascienza per descrivere con notevole sottigliezza l’emozionata scoperta delle sensazioni di ogni giorno, volendo magari anche suggerire che l’abitudine ce le fa troppo spesso dimenticare. La nitida ed incisiva scrittura coinvolge il lettore dall’inizio e riesce a farlo identificare con Goccia spingendosi fino a regalargli talvolta lo stesso ‘brivido’ della prima volta che percorre il protagonista durante una lettura che scorre veloce e sicura verso la sua inevitabile conclusione.… (mais)
 
Marcado
catcarlo | Feb 9, 2018 |
Con il piacevole ricordo dei racconti contenuti in ‘Scrigni segreti correnti sotterranee’, mi sono avvicinato a questo romanzo con la curiosità di vedere come Romano avesse affrontato (e sperabilmente superato) la sfida del lavoro in lungo. Il libro mischia la fantascienza, con il tema sempreverde del terrestre che entra in contatto con una civiltà aliena, e il fantasy, annunciato dal corridoio che consente i salti spazio-temporali ricordando parecchio l’armadio de ‘Le cronache di Narnia’: partendo da premesse un po’ traballanti – il protagonista Leonardo si fida di due che ha appena conosciuto e si convince a gettarsi nell’esperienza in quattro e quattr’otto – la scrittrice articola una storia complessa che combina i piani temporali nonché le dimensioni del reale e dell’onirico in una narrazione congegnata con cura che si prende il suo tempo per decollare verso un’avventura più serrata. Nel mondo in cui capita Leonardo, l’umanità è divisa da epoche ormai dimenticate: gli abitanti della città hanno una chiara impronta maschile, conservano il fuoco e sono insonni grazie all’apporto degli imprigionati letargici (appartenenti a una sorta di matriarcato che vive nella vicina, grande foresta) a cui danno la caccia in una determinata stagione dell’anno. Il nostro si dedica sempre più consciamente a scompaginare tutto quanto e, risalendo nel passato, finisce per ricomporre la frattura che si rivela essere legata più alla tradizione che alla realtà o al bisogno: a testimoniarlo sta la bella vicenda di coppia di OrodEo e NereIa, i primi a interagire davvero con il protagonista, che però si scopre aver avuto insospettabili precedenti. Con loro e con molte altre delle numerose figure che popolano queste pagine, l’autrice dimostra di saper creare dei personaggi ben delineati ed empatici con la parziale eccezione di FidIa, l’improbabile amore che Leonardo trova sul nuovo pianeta. Interessante è anche la scrittura, che rifugge la banalità da cui sono caratterizzati molti romanzi consimili: Romano mette in mostra una sintassi di una certa complessità alternando per soprammercato i punti di vista, così che la voce narrante non è unica e la prima e la terza persona singolare si alternano. Qui però cominciano i problemi: malgrado le parti in corsivo vengano di quando in quando in soccorso, gli stacchi non sono tali da eliminare il rischio di confusione per il lettore che a volte può smarrirsi non riuscendo a cogliere subito chi sta parlando (o pensando). L’approccio non chiarissimo va a complicare alcuni passaggi che rimangono così nel campo del non ben definito: finchè si assiste alla ‘costruzione’ dell’immaginaria società tutto fila liscio, ma la decifrazione degli avvenimenti che l’hanno plasmata, distribuita nel passare dei capitoli, non si può dire che brilli per chiarezza. A parte un paio di episodi, la scrittrice riesce a evitare di appesantire il tutto con degli indigesti ‘spiegoni’, ma l’indeteminatezza che scaturisce nel complesso non pare sempre voluta. Si tratta di difetti che, con ogni probabilità, necessitano di un maggiore lavoro di lima e non mettono in dubbio la bontà complessiva di un romanzo ben scritto e che si fa leggere con una discreta curiosità.… (mais)
 
Marcado
catcarlo | Jun 16, 2017 |
Toscana di Prato, Romano raccoglie qui quattro racconti già in precedenza pubblicati mettendo in mostra una notevole capacità di maneggiare l’inquietudine e l’angoscia seppure affrontandole da angolature differenti. In più l’autrice aggiunge una spiccata sensibilità femminile che regala inattese sensazioni e punti di vista assieme alla bella fluidità di una scrittura che sa offrire momenti davvero da pelle d’oca: il risultato è una lettura che coinvolge creando aspettative che – unico appunto impossibile da ignorare – non sempre vengono soddisfatte da dei finali non perfettamente riusciti. Il che lega questi lavori a uno scrittore noto per le chiuse in calando come Stephen King, il cui nome, peraltro, viene spesso alla mente scorrendo il primo racconto ‘Lucca Ognissanti & Zombie’, con la sua combinazione di non-morti e psicologie preadolescenti. L’incipit non predispone per il meglio e gli elementi della trama potrebbero risultare banali, invece la scrittrice è brava a reinterpretare la materia con una giusta dose di ironia (da sottolineare il contributo del fratellino della protagonista) realizzando un’avventura che non dà tregua a chi accetti di abbandonarvisi. Al capo opposto del volume sta l’episodio meno riuscito, oltre che di gran lunga più breve: ‘Si può morire di paura?’ gioca con il timore dell’oscurità e le prove di coraggio dei ragazzini, ma il climax creato si infrange contro lo ‘spiegone’ conclusivo. Il diretto predecessore, ‘Fuga da IA’, risulta il segmento più anomalo a causa dell’ambientazione fantascientifica in un distopico mondo perfetto regolato da IA secondo parametri in cui il fratello dell’eroina di turno non rientra: la ricerca di una via di salvezza conduce a verità sorprendenti facendo pensare che l’intera vicenda meriterebbe uno sviluppo più corposo. Infine, ‘Nel buio’ narra di una solitaria casetta montana e di un fantasma sensibile e appassionato: sono le pagine che con maggiore efficacia funzionano nel mettere in agitazione il lettore grazie ai brividi che scaturiscono da una progressione degli eventi senza sbavature. Quando a Poe si sostituisce Liala (per altro citata in modo esplicito) l’inversione termica è inevitabile e il sorgere di qualche perplessità pure, ma va riconosciuto che il salto mortale non pregiudica l’equilibrio tanto che a posteriori è questa la storia che più resta impressa nella memoria.… (mais)
 
Marcado
catcarlo | May 19, 2016 |

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