Cinzia Arruzza

Questo è un ottimo libriccino per imparare le differenze tra i vari femminismi, con i loro punti di forza e le loro debolezze, perché nessun femminismo pensato finora è il Femminismo Definitivo, cosa abbastanza evidente se si approccia questo movimento con onestà intellettuale e si smette di dare retta alle tifoserie che passano il tempoi a tirarsi i pomodori marci.

Ecco, Storia delle storie del femminismo è il libro perfetto per chi non capisce i perché di questa litigiosità (al di là del fatto che sui social si litiga per qualunque cosa) e per chi vuole contestualizzare queste divisioni. Scoprirete così che ci sono posizioni superate, posizioni che dipendono principalmente dall’esperienza personale (importante sì, ma non così tanto da sovrascrivere le esperienze altrui) e posizioni che purtroppo si sono costruite su fraintendimenti (più o meno consapevoli).

Scoprirete anche che, nonostante Judith Butler sia diventata il babau a capo delle terribili teorie queer, il femminismo sta già andando a vedere cosa c’è oltre il suo pensiero, a quale terra inesplorata ci ha consentito di arrivare la sua indagine. Tutto questo mentre le donne devono tornare a difendere i loro diritti fondamentali in Stati che si vantano di essere democratici e moralmente superiori. Chapeau.

Non è un libro che consiglio a chi è digiunǝ di femminismo: nonostante non sia un testo particolarmente impegnativo, per me è meglio affrontarlo avendo almeno una vaga idea dei vari femminismi. Mi sembra più un testo per chi non sa bene come destreggiarsi nella varietà del persiero femminista e ha bisogno di una guida per trovare il bandolo della matassa.… (mais)

Run, don't walk, to your nearest book seller or library and get a copy of this slim, salient study of the specific evils of capitalism and the actionable ways that anticapitalist feminism proposes to redress them.

Arrruzza, et al, quickly sketch the bankruptcy of liberal feminism that "confuses feminism with the assent of individual women," and "steadfastly refuses to address the socioeconomic constraints that make freedom and empowerment impossible for the majority of women."

The writers also address issues of reproduction of labor, gender violence, and the environment.

This is one to own, underline, re-read and discuss with your book group.… (mais)

María Reimóndez explícanos no prólogo que non hai un único carné de feminista pero que nalgures ten que estar o límite. E este límite sitúano as tres autoras no seu manifesto dun feminismo universalista, aberto á transformación e á contestación, "e sempre á anovarse grazas á solidariedade", un feminismo anticapitalista, antiracista e antiimperialista e ecosocialista. Unha obra moi interesante e acertada para seguir aprendendo. O manifesto remata con estas verbas: "O feminismo para o 99% é un feminismo anticapitalista que non descansa, un feminismo ao que non lle valen as equivalencias sen igualdade, os dereitos legais sen xustiza, nin a democracia sen unha liberdade individual que realmente supoña a liberdade de todas as persoas".… (mais)