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Federica Armiraglio

Autor(a) de Van Gogh (I classici dell'arte)

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L’occasione per invitare alla ricerca ed alla lettura di questo libro è la mostra di van Gogh a Milano “L'esperienza immersiva” (2023 ndr) o, per declinarla all'internazionalità “Van Gogh – Experience”. Non proprio una normale mostra di dipinti, che di fatto non sono presenti nella loro forma pittorica originaria, ma una vera e propria esperienza immersiva nell’opera di questo artista, tra i più conosciuti al mondo. Un’esperienza che, grazie all’uso di nuove tecnologie multimediali, di grandi spazi espositivi e di una raffinata realtà virtuale, consente al visitatore di “entrare” all’interno di quei quadri che normalmente si vedono dal di fuori, di camminare all’interno dei paesaggi dipinti, di viverli. Un evento che, dal 2017 ad oggi ha avuto più di 5 milioni di visitatori nel mondo ed è stato premiato come migliore esperienza immersiva del 2021 da USA Today.

Ciò non toglie, secondo la mia personale idea, che prendere parte ad una tale esperienza, completamente a digiuno della vita e dell’opera di Vincent van Gogh, significherebbe declassare tale opportunità ad uno spettacolo di suoni e luci. Bello, gradevole, a tratti spettacolare, ma certamente lontano dall’idea originaria di chi lo ha pensato e organizzato. Se invece tale esperienza la si è già vissuta e questa ha lasciato un segno, una pennellata, dentro di noi, allora urge ricorrere ad un approfondimento, per alimentare il sacro fuoco dell’arte e cercare di trasformare in fiamma quella semplice scintilla.

Ci può correre in aiuto questo “I classici dell’arte: Van Gogh” curato da Federica Armiraglio e con una bellissima prefazione di Giulio Carlo Argan. Come l’analogo volume su Renoir che ho già proposto un po’ di tempo fa sul mio sito, parliamo di un gradevole prodotto editoriale, di pratico formato (cm. 17 x 21), stampa e carta di eccellente qualità, edito da Skira e reperibile in diverse edizioni, alcune sponsorizzate da pregevoli progetti culturali (quella cui faccio personalmente riferimento è stata edita da Rizzoli/Corriere della Sera). La propongo perché la sua ampia diffusione consente ancora oggi (è stata stampata nel 2002), di reperirla sul mercato, anche dell’usato e di trovarla disponibile in numerosissime biblioteche.

“La pittura di Van Gogh distrugge la propria struttura nel momento stesso in cui la costruisce, ma in quell’istante in cui l’arte brucia se stessa, il valore estetico brilla di una luce accecante”. (Giulio Carlo Argan)

Un piccolo pezzo di storia dell’arte è rappresentato dall’introduzione per la quale l’editore ricorre ad uno scritto di Giulio Carlo Argan (1909-1992), importante storico e critico dell’arte, autore di una notevole “Storia dell’arte italiana” (1968) integrata, nel 1970, da “L’arte moderna 1770/1970”. I suoi scritti sono da più di mezzo secolo un punto di riferimento essenziale per studiosi, studenti e appassionati d’arte. Ed è proprio lui a farci un primo ritratto di questo artista, collocandolo accanto a Kierkegaard ed a Dostoevskij in quanto “come costoro, egli s’interroga, pieno d’angoscia sul significato dell’esistenza, del proprio essere nel mondo. E, naturalmente, si pone dalla parte dei diseredati, delle vittime”.

Vincent Willem van Gogh trascorse molti anni della sua vita tormentato e afflitto da frequenti disturbi mentali. Morì decisamente giovane, a soli 37 anni, per una ferita da arma da fuoco, molto probabilmente un suicidio. La sua arte influenzò profondamente il XX secolo, anche se in vita fu poco conosciuto e, soprattutto, poco apprezzato, cosa piuttosto comune a moltissimi grandi artisti. Dipinse qualcosa come più di ottocento tele, senza parlare poi della sterminata serie di disegni che egli ebbe a iniziare sin da bambino, certamente non incoraggiato dalla rigida educazione imposta dal padre, pastore protestante particolarmente severo. Lavorare per una ditta di mercanti d'arte, viaggiando tra L'Aia, Londra e Parigi, gli offrì poi la possibilità di entrare in contatto con il mondo e di osservarlo con occhi diversi, anche perché pare fosse daltonico (interessante l’analisi fatta a tal proposito alla mostra in corso a Milano).

La sua vita e la sua opera sono ben raccontate, in modo fluido e ben digeribile, da Federica Armiraglio. Laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Milano, l’autrice si è specializzata in storia dell’arte all’Università degli Studi di Firenze. Dopo una serie di esperienze di studio e lavoro in Italia e all’estero, ha pubblicato svariati volumi delle collane I classici dell’arte, Musei e Masters con Skira. Ha collaborato con il Museo Poldi Pezzoli di Milano ed è stata per dieci anni conservatore del Museo della Collegiata di Castiglione Olona. Lavora per il Fondo Ambiente Italiano.

La parte centrale è dunque molto curata nella descrizione, ma sarebbe meglio dire nel racconto, del percorso artistico di questo straordinario pittore. Ciò la rende ben leggibile, ma non per questo troppo semplificata o arida di dettagli. C’è un buon equilibrio tra didattica e lettura, tra divulgazione e epica del personaggio. Si apprende in tal modo che van Gogh, nel 1885, dipinse la sua prima grande opera: “I mangiatori di patate”; i colori inizieranno ad arrivare l'anno seguente quando, trasferitosi a Parigi, scoprì gli impressionisti francesi e solo più tardi, nella Francia del sud, i suoi lavori subiranno la grande influenza della forte luce solare.

“Vincent van Gogh è certamente uno degli artisti più noti del mondo. La sua pittura così unica ed emotiva lo rende riconoscibile anche a chi non ha specifiche conoscenze in materia artistica. La sua vita inquieta e il tragico suicidio lo hanno poi reso una vera e propria icona della modernità, simbolo del disagio esistenziale che affligge l’uomo a partire dal momento storico che segue la rivoluzione industriale, con una vita scandita da ritmi sempre più frenetici e da una crescente alienazione” (Federica Armiraglio)

Le pagine che seguono, nella terza sezione del libro, sono dedicate alle importanti opere di questo artista. Un catalogo condensato insomma, con tanto di accurata riproduzione del lavoro d’artista ed una descrizione (con dimensioni e collocazione museale). La foliazione (189 pagine) obbliga ad una selezione: manca ad esempio la “Notte stellata sul Rodano”, ma è presente l’immancabile “Notte stellata” in buona compagnia di altri 44 capolavori significativi.

I soggetti che caratterizzano l’arte di van Gogh, e il libro lo racconta bene, sono soprattutto autoritratti, paesaggi, nature morte di fiori, dipinti con cipressi, campi di grano e girasoli. Nel volume sono tra l’altro presenti buona parte delle opere che, come ho scritto in premessa, fanno parte dell’esperienza immersiva dedicata all’artista in corso a Milano, ma in tournée in tutto il mondo. Chi legge, e in questo caso anche chi guarda, perché parliamo di un libro che non va solo letto, ma anche guardato, vi ritroverà i corvi, i cieli stellati e luminosi, i mandorli in fiori, gli iris, i lillà, i personaggi di questo artista olandese nato nel 1853.

L’opera si chiude con tre piccoli apparati: una tavola cronologica legata all’artista, una schematica collocazione delle opere presentate, un’antologia critica. Il che lo rende, pur non essendo un saggio enciclopedico, un prezioso scrigno di informazioni e curiosità. Il tutto, nel perfetto stile Skira, una casa editrice da sempre specializzata in prodotti editoriali vocati all’arte. Sin da quel 1928 in cui, all’età di ventiquattro anni, Alberto Schira, ginevrino classe 1904, “francesizza” il suo nome e fonda a Losanna la società Albert Skira-Livres d’art.
… (mais)
 
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Sagitta61 | Aug 17, 2023 |

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