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Carregando... L'architettrice (original: 2019; edição: 2020)de Melania G. Mazzucco (Autor)
Informações da ObraL'architettrice de Melania G. Mazzucco (2019)
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Registre-se no LibraryThing tpara descobrir se gostará deste livro. Ainda não há conversas na Discussão sobre este livro. Ottimo romanzo storico ( ) La fascinante historia de Plautilla Bricci, la primera arquitecta moderna, en la Roma del siglo XVII. Un día de 1624 un padre lleva a su hija a la playa de Santa Severa a ver los restos de una criatura quimérica, una ballena varada. El padre, Giovanni Briccio, llamado el Briccio, atesora en su escritorio un diente de esa ballena, que después su hija, Plautilla, conservará toda su vida, junto con el recuerdo imborrable del animal que vio de niña en aquella playa. Estamos en la Roma del esplendor barroco, la Roma de los papas, la Roma de Bernini y Pietro da Cortona, la Roma de las intrigas, el fanatismo, la violencia, la pompa, el libertinaje y la peste. Giovanni es pintor, dramaturgo y músico. Plautilla es su segunda hija, menos agraciada que la primogénita, pero destinada a ser una mujer importante. Su padre la educará en el arte de la pintura y ella acabará convirtiéndose en arquitecta, en la primera arquitecta de la historia moderna. Ahora, en su madurez, Plautilla evoca su vida: el decisivo encuentro con el abad Elpidio Benedetti, mecenas y amante, que llegará a ser secretario de Mazarino; la construcción de Il Vascello, la espléndida villa con forma de barco que se levanta en una de las colinas de Roma y cuya autoría no se le reconocerá en un principio... "Una villa stranissima, dissimile da ogni altra. Alta e stretta, costruita su una specie di scogliera. Aveva la forma di una nave. Anzi di un vascello. La chiamavano proprio così: il Vascello." A Roma, sul colle Gianicolo, la villa (in origine "Villa Benedetta") fu progettata a metà del Seicento da una donna, Plautilla Bricci, forse la prima architetta d'Europa. "L'architettrice è un romanzo. Nomi, fatti, date e luoghi sono tuttavia storici", informa l'autrice. E intorno allo scheletro storico (accuratamente documentato) ha costruito il corpo florido del romanzo. In una delle prime scene, all'inizio della costruzione della Villa, una lamina con inciso il nome del progettista come da tradizione viene calata nello scavo. Quella lamina deve essere ancora là nella terra; Mazzucco, scrivendo la storia di Plautilla, l'ha idealmente dissotterrata. Istruita nella pittura da un padre estroso e intraprendente, Plautilla passò poi all'architettura e riuscì a progettare e far costruire la villa, grazie ai rapporti che aveva stretto con l'abate Elpidio Benedetti, agente di Mazzarino a Roma. Non le venne però riconosciuta. La villa fu poi pesantemente danneggiata e quasi distrutta durante i combattimenti del 1849 che abbatterono la repubblica romana. Nel romanzo Plautilla racconta la sua storia, nella Roma del seicento, brulicante fucina di creazione artistica, tra sfarzo e miseria, nepotismo e clientelismo, tra l'alterigia degli ecclesiastici e dei nobili e la vita precaria della gran massa degli inferiori. Sullo sfondo il succedersi ineluttabile e capriccioso dei papi, e le occasionali sciagure che colpiscono la città (gli straripamenti del Tevere, la carestia, la peste). Giano, il dio bifronte, che è l'inizio e la fine, ha un posto di rilevo: Plautilla è la figlia di "Giano materassaio", come è soprannominato il padre; Villa Benedetta è costruita sul Gianicolo, e il romanzo ne racconta sia l'inizio sia la fine. Tra le parti che seguono lo svolgersi della vita di Plautilla nel seicento sono inseriti degli "intermezzi" che raccontano la distruzione della villa nel 1849: una costruzione accurata che ha giustamente qualcosa di architettonico. Eppure l'ho trovato non troppo convincente, anche se non so bene precisare perché. Forse perché Plautilla parla in prima persona, ma la sua non sembra la voce di una donna del seicento; sembra la voce di una donna contemporanea. Plautilla parla, pensa e ragiona, mi pare, come una donna di oggi, e quindi suona un po' stonata. Forse è un anacronismo voluto; ma questa "attualizzazione" di Plautilla toglie al suo racconto il sapore della sua epoca, rende la ricostruzione storica più sbiadita. Non mi è sembrata nemmeno particolarmente efficace nel rendere le costrizioni che allora limitavano la vita di una donna. Anche le scene di battaglia del 1849 mi sono sembrate un po' stereotipate. Non è un cattivo romanzo; tutt'altro; ma mi pare che non abbia nulla di speciale. E tutto sommato, non mi ha detto nulla di nuovo. E forse poteva essere un po' meno lungo. sem resenhas | adicionar uma resenha
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